Le “quote rosa” tra le imprese guidate da giovani sono (quasi) una realtà: il 29% delle attività di under 35 ha infatti una donna al comando. Complessivamente sono 154mila le giovani donne a capo di una impresa in Italia, una ogni 12 aziende femminili. Campania e Lombardia si contendono il primato per la presenza di imprese femminili di under 35, distanziando Lazio e Sicilia. Ma sono Umbria e Friuli Venezia Giulia le regioni che si piazzano al vertice della classifica per tasso di femminilizzazione delle imprese giovanili.
Questi alcuni degli spunti che emergono dalla lettura dei dati dell’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere, resi noti a ridosso dell’avvio dell’undicesima edizione del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, l’iniziativa organizzata da Unioncamere insieme ai Comitati per l’imprenditorialità femminile delle Camere di commercio.
Il Giro partirà lunedì da Macerata, per toccare poi Salerno (7 giugno), Siena (8 giugno), Trento (11 giugno), Foggia (18 giugno), Campobasso (19 giugno), Catanzaro (25 giugno), Perugia (26 giugno), Cosenza (28 giugno). Obiettivo dell’iniziativa: informare, formare e sensibilizzare imprenditrici e aspiranti tali intorno alle problematiche specifiche delle imprese guidata da donne e alla concrete opportunità offerte dal “mettersi in proprio”.
Insieme a una maggior presenza nel mondo dell’impresa giovanile rispetto alle colleghe “anziane” (il cui peso sul totale delle imprese sfiora il 22%), le under 35 stanno “invadendo” anche settori tradizionalmente maschili: le attività finanziarie e assicurative, le immobiliari, quelle artistiche, sportive e di intrattenimento e quelle professionali, scientifiche e tecniche. Tutti ambiti nei quali le imprenditrici giovani incidono per quasi un terzo sul totale delle imprese giovanili, mentre le imprese femminili totali rappresentano più o meno il 20% del totale del tessuto produttivo nazionale.
Se le grandi aree metropolitane, Roma, Napoli, Milano, Torino, Bari e Salerno restano ovviamente terra d’elezione per la diffusione delle imprese anche delle under 35, alcune province più piccole, come Livorno, Pordenone, Grosseto, Frosinone, La Spezia, Viterbo, Chieti, Prato, Benevento, Latina, Siracusa, Terni, Rovigo registrano una presenza di giovani imprenditrici ben superiore alla media nazionale, compresa tra il 34 e il 32%.
Un’altra componente che sta rinnovando il volto dell’impresa femminile in Italia è quella straniera. Oltre 141mila le imprenditrici con passaporto estero a fine marzo scorso, quasi il 24% delle 590mila imprese italiane create da cittadini provenienti da altri Paesi. Lombardia, Lazio e Toscana le regioni in cui le imprese femminili straniere sono più diffuse con il Molise al primo posto della classifica per tasso di femminilizzazione delle imprese straniere. Roma, Milano, Torino e Firenze le province in cui esse sono più presenti. Enna, Benevento, Potenza e Prato, invece, quelle in cui la loro incidenza è maggiore rispetto al totale delle imprese gestite da cittadini non italiani.
Documento integrale allegato
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.