Rete Imprese Italia: “No alla proposta di estendere l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi anche a operazioni di grande importo e alto rischio”
Tornano a circolare voci su un imminente intervento – nell’ambito del cosiddetto “pacchetto crescita” all’esame del Governo – sul Fondo Centrale di Garanzia che estenderebbero l’accesso allo strumento anche a operazioni di grande importo e alto rischio, innalzando la soglia massima garantita per singola impresa da 2,5 a 4 milioni di euro e aprendo alle cosiddette mid cap (imprese con un numero di dipendenti compreso tra 250 e 499).
Rete Imprese Italia ribadisce le sue grandi preoccupazioni rispetto ad una iniziativa che snaturerebbe la funzione del Fondo pubblico di garanzia, istituito con la finalità di sostenere le micro, piccole e medie imprese con difficoltà di accesso al credito.
Siamo ancora in presenza di una dinamica dei prestiti alle imprese che continua ad evidenziare un forte discrimine: l’accesso al credito per le richieste di finanziamenti di piccolo importo e la stessa Banca d’Italia ha ormai certificato che soltanto per le aziende di media e grande dimensione i prestiti hanno ripreso a crescere in quasi tutti i settori di attività. Invece, e imprese di minore dimensione incontrano sempre maggiori difficoltà nell’accesso ai finanziamenti bancari, indipendentemente dalla loro effettiva rischiosità e dall’equilibrio dei loro bilanci.
Rete Imprese Italia esprime quindi contrarietà ad una modifica non coerente delle condizioni di accesso al fondo che, oltre a non garantire un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse pubbliche, avrebbe l’effetto di concentrare l’utilizzo del Fondo, e il rischio finanziario collegato, su operazioni di grande importo per imprese di dimensioni tali, peraltro, da avere accesso diretto al mercato del credito.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.