13 novembre 2020 – Sapremo presto se sarà necessario ridisegnare la mappatura delle restrizioni e se talune Regioni, o singole zone, dovranno essere riclassificate con conseguenti ricadute sulle attività economiche.
Una situazione questa che se da un lato desta non poca preoccupazione da parte delle categorie, dall’altro mostra i segnali di debolezza dell’attuale sistema di assegnazione degli indennizzi per singoli territori e codici ATECO, improntato evidentemente per far fronte ad una emergenza di impatto non così ampio e rapido.
La recrudescenza del virus, il continuo ampliamento delle zone sottoposte a misure restrittive e le ordinanze dei singoli Governatori che si stanno susseguendo in queste ore stanno mettendo in evidenza tutti i limiti di un sistema che appare infatti troppo complesso e macchinoso, soprattutto per il mondo delle microimprese e che rischia di lasciare fuori intere categorie di soggetti in forte difficoltà.
Appare auspicabile dunque un ripensamento degli attuali meccanismi di ristoro delle imprese. Fermo restando lo strumento del contributo a fondo perduto, che rappresenta a giudizio di CASARTIGIANI la soluzione più indicata per intervenire in via automatica a ristorare quelle attività direttamente coinvolte dalle restrizioni, sarebbe apprezzato un sistema più semplice, indipendente dal singolo codice ATECO dell’impresa e basato sull’effettivo calo di fatturato registrato nei mesi di restrizione rispetto al corrispondente periodo del precedente anno di imposta (non più solo il mese di aprile).
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.