Roma 6 luglio 2023 “L’introduzione di un salario minimo legale colpirebbe la contrattazione collettiva, provocando un’alterazione degli equilibri economici e negoziali faticosamente raggiunti. Si creerebbero difficoltà alle imprese e si finirebbe per penalizzare proprio i lavoratori i cui salari sarebbero schiacciati sulla soglia minima e verrebbero privati del welfare contrattuale. Tutto ciò senza riuscire a combattere il fenomeno del lavoro nero né a risolvere la questione dei working poor”.
Questa la posizione espressa da CASARTIGIANI sulle nuove iniziative parlamentari concernenti l’introduzione per legge di una soglia retributiva oraria inderogabile di 9 euro lordi.
Secondo CASARTIGIANI, la contrattazione collettiva, che copre quasi il 90 per cento dei lavoratori, è in grado di garantire trattamenti economici coerenti con le situazioni economiche di mercato dei singoli settori e in linea con le qualifiche dei lavoratori e l’andamento della produttività dei diversi comparti. La stessa Direttiva europea 2022/2041 del 19 ottobre 2022, adottata anche in Italia, ha evidenziato come la contrattazione collettiva sia «un fattore essenziale per conseguire una tutela garantita dai salari minimi»
L’introduzione di un salario minimo legale è improponibile poiché, nel caso in cui fosse inferiore a quello stabilito dai contratti collettivi ne provocherebbe la disapplicazione e, nel caso in cui fosse più alto, si creerebbe uno squilibrio nella rinegoziazione degli aumenti salariali con incrementi del costo del lavoro non giustificati dall’andamento dell’azienda o del settore.
Inoltre, sottolinea CASARTIGIANI, il salario minimo per legge vanificherebbe gli sforzi della contrattazione collettiva per individuare soluzioni alle mutevoli esigenze organizzative e di flessibilità delle imprese e rischierebbe di colpire tutele collettive e sistemi di welfare integrativi in favore dei dipendenti, come quelli applicati nei settori dell’artigianato. E’ il caso di quanto previsto dai contratti collettivi sulle prestazioni bilaterali.
Deve essere invece prioritario – conclude CASARTIGIANI – vigilare sull’applicazione dei contratti collettivi di lavoro ed evitare la proliferazione di ‘contratti pirata’ sottoscritti da Organizzazioni prive di rappresentatività e non presenti nel Cnel, che generano dumping contrattuale e determinano l’applicazione di salari non congrui rispetto a quelli dei contratti collettivi stipulati dalle Organizzazioni realmente rappresentative.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.