TARANTO – La provincia ionica necessita dell’istituzione urgente di una Legge Speciale per Taranto, ovvero un provvedimento straordinario che fornisca strumenti concreti per il mantenimento economico e sociale della città nella fase di transizione. Questo è quanto richiesto durante l’iniziativa tenutasi ieri pomeriggio, a Palazzo di Città, promossa dal neo sindaco Piero Bitetti, che ha scelto di aprire il suo mandato con un confronto pubblico sul futuro dello stabilimento ex Ilva. Iniziativa che Casartigiani ha accolto favorevolmente, perché si è trattato di un «gesto politico forte e necessario, che segna l’intenzione di affrontare con serietà e responsabilità il nodo centrale dello sviluppo economico, sociale e ambientale della città» come sottolinea il segretario provinciale Stefano Castronuovo.
Durante l’incontro Casartigiani, insieme alle altre associazioni di categoria, ha ribadito il pieno accordo sulla necessità della continuità produttiva dello stabilimento, subordinata però a un processo chiaro e trasparente di ambientalizzazione reale ed efficace. «L’ex Ilva – prosegue Castronuovo – deve continuare a essere un asset industriale per Taranto, ma solo se trasformata in un impianto compatibile con la salute dei cittadini e la sostenibilità ambientale». Casartigiani ha inoltre chiesto al primo cittadino di farsi promotore presso il ministro Adolfo Urso, nella conference call prevista per oggi, di un’istanza forte e unitaria: denunciare apertamente il collasso dell’indotto, sia diretto che indiretto, che ormai investe in modo trasversale tutti i settori collegati alla Grande Industria. Si assiste a un crollo progressivo dell’intero ecosistema economico locale, innescato dalla crisi strutturale dell’ex Ilva. Non si tratta solo delle imprese metalmeccaniche dell’indotto diretto, ma anche di tutto il mondo dei servizi, della logistica, delle manutenzioni, della fornitura di materiali e dell’artigianato locale.
Nei giorni scorsi, conferma l’associazione datoriale, è stato registrato un aumento significativo delle richieste di attivazione degli strumenti previsti per l’artigianato a sostegno delle imprese, in particolare per la sospensione dei dipendenti. Un segnale grave, che testimonia una situazione fuori controllo: «Se non si interviene subito – a detta di Castronuovo – con misure straordinarie e mirate, il rischio è quello di una desertificazione produttiva definitiva. Una spirale negativa che va interrotta con urgenza. Un vuoto che rischia di diventare irreversibile se non si interviene subito, con una visione ampia e strumenti straordinari». Motivo per cui Casartigiani ribadisce l’urgenza di istituire una Legge Speciale per Taranto, che dia strumenti concreti per il mantenimento economico e sociale del territorio durante la fase di transizione industriale: «Chiediamo che venga formalizzata una norma – spiega il segretario provinciale – che consenta al tessuto produttivo locale di resistere oggi e rilanciarsi domani, valorizzando il capitale umano e imprenditoriale della città».
Infine, Casartigiani ritiene che la questione della nazionalizzazione dello stabilimento debba restare sullo sfondo fino a quando non sarà avviata in modo concreto e irreversibile l’ambientalizzazione dello stabilimento. Solo allora, con un quadro chiaro e partecipato, si potrà valutare quale assetto di governance sia più utile all’interesse pubblico.