Quello che ci spiace prevedere sono le conseguenze sul PIL, sulla psiche dei nostri connazionali, che ingoiano l’ennesima delusione, che sarà ancora più avvertita a giugno, quando ci sarà denegata la convivialità e la passione, l’incontro e l’atmosfera.
Come ogni momento di difficoltà, in assenza di Artisti o di Demiurghi, occorre la pazienza, la saggezza, l’equilibrio, il metodo, la tenacia, la dignità di un Artigiano che sappia ricucire il pallone, che si è sgonfiato ma che può essere aggiustato. E poi serve il miracolo socio-antropologico, ma questa è metafisica, dei giovanissimi che lasciano i social e le play station e portano il pallone ricucito al parco o in ogni altro luogo avito e come fosse una sinestesia si risentono le voci, gli abbracci, l’esultanza per un gol, tra due pali immaginari, che ti faceva sentire Pelé o Maradona o Totti, anche se eri un ragazzino dalle spalle strette. Una volta, chi scrive era a Vienna, mentre si giocava, in altra parte, una partita dell’Italia, mi sembra con la Svizzera, circa 20 anni fa.
All’occasionale, fortuito, gol della Svizzera corrispose un boato di esultanza, in tutta la città, neanche avesse segnato l’Austria.
Ieri, i francesi ci hanno detto “ciao”, i tedeschi “raus”.
Per questo e per altro, come in “Pane e cioccolata” di Franco Busati, soprattutto per i nostri connazionali all’estero, sempre VIVA L’ITALIA.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.