Silvio Berlusconi, il grande, perché grande lo era, comunque la si possa pensare, aveva molta considerazione per gli artigiani, perché riteneva che fossero l’alfa o l’incipit dell’amata imprenditoria che aveva caratterizzato, modificato, valorizzato tutta la sua vita.
Un grande italiano, perché per Lui tutto era italiano o addirittura milanese, anche se capiva l’importanza di Roma ma solo storicamente e letterariamente.
Non condivideva quelli che delocalizzavano, Lui non l’avrebbe mai fatto, figlio com’era di modesto impiegato di banca, che si era approcciato alla vita lavorando sulle navi e cimentandosi in mille altri mestieri.
Sosteneva, però, che gli artigiani dovevano emanciparsi, evolversi. Se fai il barbiere devi aprire una barberia, se fai il sarto un atelier, se fai il meccanico una grande officina, crescere crescere, crescere.
E l’Italia dell’impresa, l’Italia del lavoro si doveva affermare, l’Italia dell’impresa era la Patria, nessuno come noi.
Un Lorenzo il Magnifico ante litteram, certo intrinsecamente imprenditore e non sacrestano seppur la sensibilità verso i deboli, i poveri emergeva sempre, perché Lui era Silvio Berlusconi e di Carità ne aveva fatta tanta e tanta ne avrebbe fatta, senza fermarsi, senza stancarsi.
In politica il discorso era completamente diverso, l’Italia è un Paese complesso, controverso, disarmante, troppa storia, troppo retaggio, molti generali, poca truppa, molta voglia di comandare poca di lavorare.
Qualcuno dice che Lui era un sofista raffinato e illuminato, un po’ Protagora e un po’ Gorgia ma per il bene dell’Italia, della sua famiglia e del suo nome.
Qui, in Italia, c’era la necessità di un gran polo moderato, finita la Democrazia Cristiana e Lui, in quattro e quattr’otto, lo fece e fu un exploit. Ancora adesso il suo carisma condizionava la politica italiana e c’era la convinzione che dietro ogni ragionamento e prospettiva ci fosse Silvio Berlusconi.
Ma adesso non c’è più, si guardi l’ultima sua fotografia, quella in cui ha abbracciato un bambino, figlio di un ristoratore, dove si era fermato nel tragitto verso il San Raffaele, guardate il viso trasfigurato e la gioia pur doverosamente offuscata del bambino.
Guardate pure la soavità e la serenità di chi guarda verso l’ignoto, attaccandosi alla vita.
Il Paese è stato colto da una ondata di rimpianto, da un sentimento di rimorso per non aver capito la sensibilità e l’immensità dell’uomo, comunque si porta rispetto, chi può dice una preghiera, chi vuole ne parla, perché parlandone si fa vivere ancora.
Sta di fatto che se tra cento mila anni a ognuno di noi venisse chiesto in che epoca viveva direbbe l’Italia di Berlusconi.
Eppure lo vediamo lì, sbottonato, Lui che mi diceva sempre abbottonati la giacca, con gli occhi perduti, con quel bambino stretto, per non lasciarlo andar via.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.