Roma 21 luglio 2020 – Nel corso dei 15 anni trascorsi dalla sua creazione, il mercato unico ha eliminato progressivamente numerosi ostacoli che impedivano o condizionavano la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi dei capitali all’interno dell’UE. Tuttavia, perché il mercato unico possa funzionare per tutti, occorre eliminare le ulteriori barriere che ne ostacolano l’accesso soprattutto per le PMI e agevolare la libera circolazione di beni e servizi in tutta l’Unione, tutelando nel contempo i consumatori.
E’ quanto dichiarato da CASARTIGIANI in audizione alla Xa Commissione della Camera in merito alle Comunicazioni della Commissione Europea per rilanciare la politica industriale.
Particolarmente significativo il dato contenuto nella comunicazione 93/2020 che stima in 713 mld€ i vantaggi che si avrebbero a livello europeo al 2029 dalla rimozione delle rimanenti barriere che ostacolano il pieno funzionamento del mercato unico rappresentate principalmente _ secondo il giudizio di CASARTIGIANI _ da norme nazionali restrittive e troppo complesse, da capacità amministrative limitate, dal recepimento imperfetto delle norme dell’Unione e loro inadeguata applicazione.
Sarà necessario pertanto concentrare l’impegno intorno a tre grandi priorità particolarmente importanti soprattutto per le imprese artigiane e microimprese in generale: Aumentare la conoscenza e la consapevolezza delle norme sul mercato unico; migliorare il recepimento, l’attuazione e l’applicazione delle norme dell’Unione europea; utilizzare al meglio i meccanismi di prevenzione dell’adozione di misure nazionali contrarie al diritto dell’Unione europea negli Stati membri
Piena condivisione è stata espressa inoltre da CASARTIGIANI in ordine alla richiamata necessità di sostenere il sistema delle PMI che costituiscono a pieno titolo in Europa e ancora di più in Italia la spina dorsale dell’economia COM(2020)103. L’obiettivo individuato dalla Commissione Europea è quello di realizzare tutte le potenzialità delle PMI europee nell’ambito di una economia maggiormente sostenibile e digitale per trasformare l’Europa nel luogo più attraente per avviare una piccola impresa, consentirne la crescita e l’espansione nel mercato unico. A tale proposito, la Confederazione ha rappresentato tuttavia l’urgenza di inaugurare un piano massivo di investimenti volti a favorire interventi di decarbonizzazione dell’economia, rigenerazione urbana, trasporti e turismo sostenibile, nonché di mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.
Preoccupante il 25° posto dell’Italia nel processo di transizione al DIGITALE. Ancora troppe microimprese del nostro sistema economico non hanno accesso ai canali digitali e le ragioni sono di tipo culturale ma anche infrastrutturali. Questo comporta forti penalizzazioni sul piano commerciale con scarsi risultati sull’e-commerce e perdita di competitività rispetto ai concorrenti più avanzati, soprattutto in una logica europea di mercato unico. L’Europa secondo il parere espresso dalla Confederazione può fare molto sul piano culturale per abbattere il digital divide. In tale direzione appare positiva la proposta di azione contenuta nella comunicazione della Commissione di estendere il numero dei poli dell’innovazione digitale (Digital Innovation Hubs) in tutte le regioni europee per offrire assistenza alle imprese in collaborazione con le singole autorità nazionali e le Associazioni di categoria di riferimento.
Infine, rispetto alla riduzione dell’onere normativo, è stata rimarcata la necessità per le imprese di operare all’interno di un quadro normativo chiaro, con procedure semplici e definite. E’ apprezzabile pertanto l’assunzione di responsabilità della Commissione _ insieme ai singoli Stati _ nella volontà di valutare l’impatto della sovraregolamentazione sulle PMI (Gold Plating) e nella applicazione dei principi dello Small Business Act con particolare riferimento a quello contenuto nell’enunciazione “pensare anzitutto in piccolo”. È condivisibile anche l’impegno annunciato, per quanto concerne la nuova legislazione, di integrare il programma REFIT con l’introduzione del principio “one in, one out” al fine di garantire che la legislazione dell’UE produca benefici senza imporre oneri inutili a cittadini e imprese.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.