Motivo della manifestazione la decisa opposizione al progetto di fusione della CRIAS con l’IRCAC che il Governo Regionale Siciliano sta portando avanti da mesi, nonostante il
parere contrario espresso in più occasioni dalle quattro associazioni.
“Non accettiamo il fatto che si definisca la CRIAS un inutile e costoso carrozzone!” ha tuonato il Presidente di UPIA – CASARTIGIANI Nello Molino, “la CRIAS, al contrario, è da più di 60 anni lo strumento fondamentale di accesso al credito agevolato per le oltre 70 mila imprese artigiane siciliane che costituiscono il tessuto produttivo dell’economia dell’isola”
“Grazie ai finanziamenti erogati dalla CRIAS” ha aggiunto Cetty Grasso, Segretario dell’Associazione, “l’Artigianato in Sicilia ha potuto sopportare la grave crisi economica che attanaglia da tempo la regione; inoltre non si comprende di quali risparmi si parli, visto che i costi di gestione dell’Ente non gravano sul bilancio della regione, in cui non esiste alcun capitolo di spesa in proposito.”
L’oscura operazione di accorpamento di CRIAS ed IRCAC, che a detta dell’Assessore all’Economia Gaetano Armao, dovrebbe essere finalizzato ad una razionalizzazione delle spese di gestione dei due Enti, non sarebbe che la prima tappa di un percorso molto più
estremo, visto che l’emendamento aggiuntivo alla legge di stabilità regionale, che dovrebbe essere votata il Aula lunedì 30 aprile, pur affermando che i fondi istituiti presso la CRIAS e l’IRCAC manterranno la propria destinazione per comparto produttivo, parla in modo inequivocabile dell’imminente creazione di un ORGANISMO UNITARIO PER IL FINANZIAMENTO ALLE IMPRESE DA REALIZZARSI ENTRO OTTO MESI DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE.
Quindi entro l’anno non assisteremmo solo all’accorpamento per fusione di CRIAS E IRCAC, ma alla loro scomparsa totale!
UPIA-CASARTIGIANI CATANIA, così come le altre associazioni provinciali dell’Artigianato, ribadisce, come già detto in sede di confronto con l’Assessore all’Economia Armao e con le Commissioni Bilancio e Attività Produttive, che un provvedimento di così radicale riforma del credito in Sicilia deve essere studiato ed approfondito, e quindi trattato in modi e tempi che non possono coincidere con quelli brevissimi di una legge finanziaria, chiede pertanto al Governo regionale di rinviare la decisione in merito al riordino degli enti finanziari regionali ad un apposito strumento normativo rendendosi immediatamente disponibile ad un confronto sul tema con il Governo regionale, ed all’avvio di un percorso condiviso.
La manifestazione di stamattina ha avuto un taglio molto sobrio e contenuto, i vertici provinciali delle quattro associazioni hanno deciso di coinvolgere per il momento solo i dirigenti ed i rappresentanti delle categorie, oltre agli omologhi rappresentanti delle altre
provincie siciliane, ma non escludono di portare avanti la protesta e di fare scendere in piazza al più presto, se le giuste motivazioni restassero inascoltate, e magari davanti al Palazzo dei Normanni, decine di migliaia di imprenditori artigiani.
L’evento di oggi si è concluso con una pacifica occupazione della CRIAS: una delegazione dei partecipanti ha infatti simbolicamente occupato il salone del Consiglio dell’Ente, peraltro ben accolta dal direttore e dal personale della CRIAS che hanno appoggiato in pieno e condiviso le ragioni delle imprese artigiane.
Alla manifestazione di protesta hanno partecipato, accettando l’invito di CASARTIGIANI di Catania, Michele Marchese Presidente di CASARTIGIANI SIRACUSA, e Fausto Ridolfo, Presidente di CASARTIGIANI DEI NEBRODI. La loro presenza ha testimoniato che la gravità della problematica riguarda le imprese artigiane di tutte le provincie siciliane. Ambedue hanno saputo dare un valido contributo grazie alla loro
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TUTELARE LA CASSA REGIONALE IMPRESE ARTIGIANI SICILIANE = CRIAS.
Ho partecipato nella tarda mattinata del 27 aprile, all’incontro al nono piano nel salone di rappresentanza della Crias. Eravamo oltre il centinaio e malgrado il mio ritardo (1,90 minuti per entrare in città) ho potuto dare un valido contributo rilevando il momento e un assessore che ha le idee chiare per seppellire l’artigianato. Vista la concordia fra i rappresentanti delle quattro sigle artigiane ho auspicato un impegno massiccio nelle manifestazioni per la tutela e lo sviluppo dell’artigianato nella considerazione che il rimanere chiusi nelle nostre botteghe equivale alla sepoltura vivente.
Michele Marchese
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.