Purtroppo, dal 2008 questa terribile crisi, ormai decennale ben peggiore di quella degli anni rispettivamente ’70, ’80 e 90, ha causato la perdita di quasi 170mila imprese. A niente è bastata la proverbiale accortezza e sobrietà, oltre all’orgogliosa identità dell’artigiano, e a non molto, anche se il dato è irrilevante, è servita la capacità di adattamento e di mutevolezza del nostro imprenditore, che ha fatto sì che venissero a mancare tipologie tradizionali come quella dei falegnami, per vedere esponenzialmente aumentare quella della cura della persona. Va anche rilevato un aspetto positivo dovuto, se è consentito , al lavoro comune di tutte le Organizzazioni imprenditoriali che ha fatto sì , come importanti ricerche dimostrano, che il ruolo delle media impresa si è accresciuto, anche numericamente , grazie alla trasformazione qualitativa e dimensionale di molte attività artigiane. E’ necessario, e in tal senso ne sottolineiamo l’importanza al nuovo Governo, al di là delle innovazioni legislative epocali, come la flat-tax e una vera sburocratizzazione, riparare nel tessuto connettivo del Paese i danni sociali-economici e potremmo dire anche antropologici che questa maledetta crisi ha comportato, con la cessazione di tante imprese e non solo. Ad esempio, è passato inosservato e viene trascurato, per ragionamenti forse di ideologia post moderna e senz’altro di adattamento percettivo, che negli ultimi 50 anni l’Istituto dell’Apprendistato si è letteralmente dimezzato, facendo venire a mancare la linfa vitale del ricambio generazionale. Straordinari Istituti di Formazione, che abbiamo avuto il privilegio di visitare negli anni ’70 e ’80, sono ora monumenti al ricordo e forse alla nostalgia.
Due sono le misure, di non difficile realizzazione, che ci permettiamo di suggerire e comunque di prospettare come spunto di riflessione, ovvero, la facilitazione di un reddito di introduzione all’attività imprenditoriale da non sovrapporre ma alternare al reddito di cittadinanza, e per quanto riguarda il Credito, che è stato il grande problema assillante e anche mortificante in questi dieci anni, l’istituzione di un progetto sulla falsa riga del nostro “Mano Tesa”, però con ben altri sostegni (non abbiamo certamente il copy right, anche perché per aiutare 100 imprese, con tutta la meritorietà del gesto, a CASARTIGIANI è costato circa 100mila euro e quindi senza l’intervento governativo è molto problematico continuare) per rilanciare la fiducia e l’appartenenza.
Si sentono nel Paese positive sensazioni (anche perché dopo dieci anni di sofferenza non se ne può più) che rischiano di essere mortificate dalle aride difficoltà economiche, ma come diceva il sommo Aristotele: “ quando il problema è troppo grande, scomponilo, fanne tanti piccoli problemi e risolvine uno alla volta”.
CASARTIGIANI è, come sempre, a disposizione nel rispetto del proprio Ruolo, della propria Storia e del proprio Impegno.
P.s. Resta inteso che aver aiutato centinaia di aziende e centinaia di famiglie è la cosa più importante che potessimo pensare o fare.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.