Desta non poche preoccupazioni la scelta adottata dal Governo, attraverso una norma inserita nella bozza di decreto Crescita, di eliminare l’autonomia delle Regioni in materia di accesso al Fondo di garanzia per le PMI .
Si tratta di una scelta che – secondo il parere di CASARTIGIANI – se giungesse a definitiva approvazione avrebbe conseguenze dannose per gli artigiani e le piccole imprese e che risulta tanto più inspiegabile a fronte dell’attuale dibattito politico sull’autonomia differenziata.
La riforma Bassanini del 1998 sull’attuazione dell’autonomia regionale aveva concesso alle Regioni la facoltà di prevedere l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi soltanto attraverso la forma della controgaranzia, valorizzando così l’integrazione tra garanzie private e garanzia pubblica. Una scelta motivata dalla necessità di sostenere l’accesso al credito soprattutto per le micro e piccole imprese mitigando le possibilità di default in presenza di una controgaranzia rispetto alle operazioni presentate direttamente dalle banche. Un l’effetto leva che scaturisce dalla controgaranzia è dimostrato dal fatto che 1 milione di garanzia pubblica sostiene 2,1 milioni in controgaranzia e solo 1,3 milioni in caso di accesso diretto.
Scelta dunque che alla prova dei fatti si è dimostrata vincente e che rischia ora di essere azzerata con il provvedimento che cancella l’autonomia delle Regioni in materia di sostegno alle imprese.
Ci rivolgiamo, pertanto, al Governo, affinché non venga sottratta alle Regioni la possibilità di supportare in autonomia il sistema delle imprese.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.