Dazi USA Servono misure ad hoc per sostenere la competitività delle microimprese

Roma, 22 gennaio 2025: Nonostante il contesto geopolitico resti incerto, le imprese italiane dovrebbero registrare una ripresa dei fatturati in termini reali (+1,2% nel 2025 e +1,4% nel 2026, portando così la crescita a +1,7% rispetto al 2023) grazie alla ripresa delle esportazioni e dei consumi nazionali, al contrario del 2024 che ha visto decelerare il sistema produttivo e flettere i ricavi (-0,9%), soprattutto nel sistema moda e nell’automotive (stime Cerved Industry Forecas).

L’inversione di rotta si deve alla prospettiva di incremento dei redditi delle famiglie, al rallentamento dell’inflazione e al percorso espansivo della politica monetaria europea.

Uno scenario questo che tuttavia potrebbe essere fortemente compromesso da alcuni fattori come le decisioni di politica monetaria, i dazi USA e un ulteriore inasprimento delle tensioni internazionali.

Se da un lato, infatti, riteniamo che lo stop al gas russo dal 1 gennaio 2025 tutto sommato non avrà impatti di rilievo sull’economia dell’Eurozona e dell’Italia in particolare_ principalmente per la forte riduzione dell’esposizione dell’Italia al gas russo, l’elevato livello degli stoccaggi strategici di gas in Italia tra i più alti in Europa, l’incremento delle quote di gas naturale liquefatto utilizzabile in Italia _ quello che dobbiamo tenere sotto controllo è l’effetto indotto da una risalita dell’inflazione.

Il secondo elemento da attenzionare è la politica dei dazi. Il problema dell’Europa è che non abbiamo un mercato unico compiuto, sia per i beni e i servizi che per il mercato dei capitali. Una stima del Fondo monetario internazionale dice che la frammentazione interna all’Unione europea equivale a subire dazi del 44% sui beni e del 110% sui servizi’.

In tale quadro, le minacce tariffarie del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che nel frattempo stanno già facendo aumentare i costi di finanziamento a lungo termine in tutto il mondo, non farebbero altro che inasprire ulteriormente la situazione economica per le ricadute  inevitabili sulle catene di approvvigionamento _ che spingerà i prezzi delle materie prime e delle forniture più in alto _ ed evidentemente sulle esportazioni, aspetto questo particolarmente importante per le nostre imprese visto la forte propensione all’export che esprimono.

Le microimprese e l’artigianato sapranno certamente affrontare la problematica dei dazi puntando sulla qualità dei prodotti e contando sull’elevato apprezzamento all’estero del  made in Italy, ma certamente dovranno essere accompagnate con misure ad hoc che in una qualche misura le aiutino a guadagnare terreno sul fronte della competitività e nell’innovazione coniugata alla tradizione,  e soprattutto nell’accesso al credito necessario per far fronte alle aumentate esigenze finanziarie che l’impatto delle politiche commerciali statunitensi inevitabilmente comporteranno.

In definitiva, riteniamo che l’Unione Europea si debba dotare di strumenti adeguati, se vuole avere una difesa competitiva; quegli strumenti che purtroppo attualmente non ci sono o non sono adatti alle necessità. Una minaccia commerciale esterna come quella rappresentata da nuovi dazi americani dovrebbe a nostro avviso stimolare i Paesi europei a rafforzare la coesione della UE che è l’unica via per rispondere adeguatamene a tale minaccia.