E’ il caso di dire piove sul bagnato! Non siamo ancora ai livelli del 66, con l’alluvione dell’amata Firenze, ma poco ci manca.
In questa drammatica congiuntura atmosferica, particolarmente colpite risultano essere due città simbolo e patrimonio dell’Umanità, la città dei Sassi, Matera, capitale europea della cultura 2019, e la più suggestiva città del mondo, Venezia.
Le immagini che ci arrivano sono strazianti, gli appelli accorati e coinvolgenti e un senso disperato di impotenza, di commozione e di frustrazione ci avvinghia e ci tormenta.
Noi non abbiamo la competenza, né la conoscenza e neanche gli elementi per giudicare gli interventi presi per prevenire il fenomeno dell’acqua alta nella Serenissima, a cominciare dal MOSE, ma non possiamo credere a quello che i nostri occhi sono costretti a vedere.
La realtà è che i problemi nel nostro Paese si assommano ai problemi, come se ci fosse stato sempre un volere di allontanarli e, adesso, siano esplosi tutti insieme. Forse, cominciamo a pensare sia un problema antropologico, come dice anche un importante sociologo, prima ancora che politico o economico. Manca una coscienza comune e il senso della comunità e dell’appartenenza e purtroppo non c’è neanche una volontà europea, se non di intransigenza, di amicizia e di solidarietà.
Firenze, negli anni 60, seppe rinascere in breve tempo grazie all’amore della comunità internazionale e al valore dei fiorentini, oltre che al senso di italianità che fu espresso univocamente (leggi la novella “Il renaiolo di Ponte Vecchio“). Adesso tutta l’Italia è in difficoltà, basti pensare alla sua Capitale e ai suoi centro problemi dalla Sicurezza, alla Mobilità, dall’Igiene alla Percorribilità.
Abbiamo apprezzato un grande artista, semplice, come Max Pezzali, che da lombardo (è di Pavia) ha scritto un testo che inquadra la situazione pienamente e soprattutto la conclusione che a Roma male che va, vai al Gianicolo, la guardi dall’alto e ti conforta il cuore, la più grande città della Storia, dove tutto adesso va male, ma sei sicuro che prima o poi nel tempo del mondo ritornerà ad essere la Capitale.
Ma Venezia no, Venezia è delicata, fragile come i suoi vetri artistici, le sue maschere, Venezia non è coriacea ed eterna come Roma, anche se i veneziani sono straordinari eponimi dei grandi mercanti, dei grandi marinai, dei grandi banchieri, dei grandi artisti, Venezia non ha il Karma Rinascimentale di Firenze, nacque perché le popolazioni del Nord Italia cercavano un rifugio in questa sperduta laguna dalle orde di Attila e quindi da una origine di nascondimento è diventata attrazione e incanto e tutti coloro che questo incanto lo hanno subito, pernottando in questa città favolosa, non possono dormire tranquilli finché le acque non si saranno ritirate e si farà la conta dei tragici danni.
Da romano, seppur d’origine veneziana, salviamo, salvate Venezia.
Tutto quello che si deve fare si faccia, soprattutto coinvolgendo l’Unione Europea.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.