Roma, 18 marzo 2020 – Ci sono settori in ginocchio se non a terra a causa anche delle indispensabili e giuste restrizioni sociali per combattere il Coronavirus. Primum vivere deinde philosophari ma finita, speriamo presto, l’emergenza rischiamo di constatare la sparizione di migliaia e migliaia di aziende impossibilitate ad operare ma nonostante tutto gravate dai normali tributi e quant’altro.
In tal senso, si apprezza il ricorso alla leva creditizia ed il pur modesto ma considerato contributo di 600 euro, che stiamo valutando per gli approfondimenti del caso e per le procedure INPS.
Ci rendiamo conto che il potenziamento del sistema sanitario ed il sostegno all’occupazione fossero nello stanziamento delle risorse un problema importantissimo, anche perché siamo tutti vittime eguali della stessa calamità, e non vi deve essere assolutamente contrasto ne classifica di parte tra le esigenze e le necessità.
Però la solitudine dell’imprenditore, cui cerchiamo di dare voce, tanto più se in ditta individuale e familiare, urla in questo irreale silenzio come il dipinto di Munch e deve essere maggiormente ascoltata con un secondo provvedimento ad aprile che dia il senso della sensibilità.
Contiamo molto sulla parola del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha parlato di un primo provvedimento, che dopo le necessarie trattative con l’Europa, definisca un ambito di attenzione partecipe ed aderente alle aspettative.
Chi in questi giorni suscita fiducia, viene ricambiato con gratitudine e rispetto.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.