Rete Imprese Italia denuncia ritardi, complicazioni nella gestione, mancata sperimentazione che rischiano di far naufragare gli Indicatori Sintetici di Affidabili fiscale.
Ad oggi – sottolinea Rete Imprese Italia – manca ancora il software per l’applicazione degli ISA, indispensabile per la determinazione dei versamenti d’imposta che scadono il prossimo 30 giugno, quindi già ben oltre il rispetto dei 60 giorni che devono essere garantiti da Statuto del Contribuente..
La gestione del programma informatico degli ISA, peraltro, è resa complicata rispetto agli studi di settore in quanto devono essere richieste all’Agenzia delle Entrate, che le deve inviare ai singoli contribuenti o ai loro intermediari, specifiche informazioni da importare nel programma informatico, indispensabili per il calcolo del risultato.
Inoltre è mancata la possibilità di sperimentare su casi concreti l’effetto dei diversi ISA. Tale aspetto carica l’operazione ISA di ulteriori incognite poichè, seppur con tutto il rigore statistico con cui è stata elaborata la metodologia, è del tutto evidente che solo attraverso la concreta applicazione sarà possibile cogliere eventuali criticità.
Il poco tempo per apprendere la nuova logica che sottende agli ISA, non più strumento di accertamento come gli studi di settore ma modalità per attribuire benefici fiscali ai contribuenti più affidabili, rischia di “buttare il bambino con l’acqua sporca”.
Rete Imprese Italia ritiene, che, essendo venuta meno la necessaria sperimentazione, gli ISA, nel primo anno di applicazione, debbano essere oggetto di attento monitoraggio ed analisi per valutare se gli stessi colgono le diverse realtà imprenditoriali e sollecita il Governo ed il Parlamento, in sede di conversione del Decreto crescita, ad approvare una disposizione che consenta, almeno sino al termine di presentazione delle dichiarazioni, la possibilità di effettuare, senza sanzioni, i versamenti integrativi derivanti dagli ISA.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.