Iniziò giovanissimo a lavorare il ferro
nell’officina
dello zio fabbro. E fabbro si dichiarò per
tutta
la vita produttiva ed artistica. Soleva dire
che il
lavoro dell’artigiano necessitava per
garantire
la pagnotta all’artista.
Negli anni di fine guerra tra i patimenti di
tutti gli
italiani riuscì lui, garzone di bottega a
frequentare
la prestigiosa accademia d’arte di Venezia,
potendo
avvalersi degli insegnamenti del grande
scultore Arturo
Martini. Considerato, a torto, lo scultore del
regime.
A Toni, noi del triveneto, dobbiamo essere
grati per
aver garantito la continuità di una scuola che
con il Mazzacultelli e il Rizzarda si
incardina con
i fabbri del lombardo – veneto che sino agli
inizi
del ‘900 si espressero nei grandi parchi dello
stile romantico e con il liberty della scuola
Eifel.
La scuola dei fabbri del ferro battuto del
“Nord
– Est” pure oggi si misura stando nel mercato
dell’arte e dell’artigianato europeo e
internazionale.
Dalla biennale di Venezia ai grandi musei
internazionali
di arte moderna, sono accolte le opere di Toni
Benetton,
lo scultore del ferro battuto.
Mai smettendo però di costruire portali per
chiese
e ville, arredi metallici per parchi,
monumenti epici
e commemorativi, ma molto umilmente anche
cancellate
e ringhiere per abitazioni private.
“L’officina
di Toni è come un circo equestre in essa
avviene
la stessa sequenza di giochi e di sorprese
proprio come
una fanfara leggera e saltellante e i ripetuti
schiocchi
di frusta ne annunciano l’uscita”. Egli
è il grande animatore del circo che crea e
presenta
ogni animazione attorno a lui, i suoi operai
animati
e motivati si muovono come fossero giovani
acrobati
tra cascate di scintille di ferro
incandescente, tra
rumori squillanti di lamiere battute, tra
colpi ritmati
sulla incudine si compie la mutazione genetica
della
materia, del ferro, al quale Benetton gli
soffia dentro
l’anima, per creare il portale rinascimentale,
traforato, ricamato, borchiato. Una materia
difficile,
austera, fredda, per essere trasformata in
struttura
di arredo urbano, ridente, gioiosa, delicata e
leggera.
Dal gotico passando per il rinascimentale,
barocco,
roccocò, liberty, floreale, cubismo. Eclettico
sino a raggiungere sublimi creazioni astratte,
meta
– fisiche e leggibili anche “dall’uomo della
strada”. Gli artigiani della sua scuola, ora
non
più giovanissimi possono garantire la
prosecuzione
di una scuola, che forse Toni era l’ultimo
depositario.
Il rivestimento esterno di spazi e strutture
di centri
commerciali, di edifici di centri direzionali,
di edifici
di rappresentanza pubblica e privata, devono
ricorrere
a questi dii vulcano, domatori del ferro e
dell’acciaio
per renderlo sorprendente, bello e compatibile
con altre
materie di impiego per le costruzioni, quali
il legno
e il vetro e per la creazione del bello.
Benetton con gli artigiani, suoi amici e suoi
allievi,
insisteva dell’affermare che il mestiere,
l’abbozzo,
il disegno, sono imprescindibili per creare e
raggiungere
alti e felici livelli professionali. “Le basi
sulle quali evolve il lavoro dell’artista in
accademia
e nelle vostre officine sono le stesse, ed
anche le
tecniche”. “In questo caso, però,
occorre rimanere sul semplice, senza voli
pindarici,
se si devono produrre dei multipli”.
Come impone il rivestimento di un grattacielo.
Più
difficile è l’oggetto, più complicato
è ripeterlo. Ecco allora che la sintesi
figurativa
che vi è nell’opera astratta facilita la
riproduzione dei multipli”. Ed eccolo di
nuovo,
mazza in pugno, occhiali protettivi,
grembiulone di
cuoio da maniscalco, tra i suoi discepoli.
Antonio Benetton ha dimostrato e confermato
come il
suo mestiere ha la possibilità dei miracoli.
Erano gli anni del rinnovamento associativo,
quando
Artigianato Trevigiano, veniva accolto per
entrare nella
grande famiglia della Casartigiani, per poter
dire oggi:
tanta strada percorsa assieme.
Zeno Giuliato
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.