Al grido “Gela è nostra, non ci fate paura”, la città è scesa in piazza, oggi, in maglietta bianca per gridare forte il suo “No” a chi vorrebbe riportarla indietro al terrore degli anni di piombo della “guerra di mafia”, divampata dall’87 al ’94.
Ha reagito così, con la mobilitazione popolare, all’escalation degli attentati incendiari che, la scorsa settimana, ha avuto il momento culminante nella distruzione totale del lido “B-cool beach”, davanti alla rotonda a est del lungomare di Macchitella, e del bar “Belvedere”, alle spalle del municipio, nonché nel tentativo di incendio del bar “Lory”, in via Palazzi.
Circa 1500 persone (tra cui rappresentanti di tutte le categorie produttive, studenti, scout, enti, associazioni professionali e di volontariato) hanno risposto all’appello di Casartigiani Confcommercio, Confesercenti, Cna, radunandosi proprio davanti ai resti carbonizzati del “B-cool beach”, gridando “la mafia fa schifo” e rilanciando i temi della “Vertenza Gela”.
In una lettera al ministro dell’interno, Matteo Salvini, hanno denunciato l’esistenza di una “emergenza sicurezza” e chiesto l’invio di rinforzi a carabinieri e polizia ipotizzando perfino l’intervento dell’esercito. Al raduno hanno portato la loro solidarietà anche la Chiesa e il governo regionale con il vice presidente, Gaetano Armao, presente “per contestare – ha detto – questo sciacallaggio nei confronti delle imprese, di chi lavora e dà lavoro, da parte di disperati che utilizzano la violenza”.
“Siamo venuti – ha spiegato, Armao – per stare vicino alle imprese, vicino alla città che vuole il riscatto, dopo aver subito troppe vessazioni e sfruttamenti, e che deve trovare nella crescita e nel lavoro vero la sua opportunità di sviluppo”. Per il vice governatore, “la Regione deve chiedere il rafforzamento delle misure di controllo del territorio adeguate a una grande città come Gela e ai suoi interessi economici.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.