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Pagamento CIG tramite prestito bancario

Fonte PMI.it e Tribuna Economica
Per anticipare il pagamento della cassa integrazione a zero ore il lavoratore può presentare domanda in banca, aprendo un conto e facendo un prestito in attesa del versamento INPS: come funziona.

I lavoratori in cassa integrazione a zero ore con il trattamento pagato direttamente dall’INPS potranno farsi anticipare l’assegno dalle banche: è stata firmata un’apposita convenzione, alla presenza del ministro del Lavoro, fra Abi (Associazione banche italiane), imprese e sindacati, che definisce una specifica procedura «per l’anticipazione dei trattamenti di integrazione salariale ordinario e in deroga per l’emergenza Covid19». Si tratta quindi di una misura strettamente legata all’emergenza Coronavirus, che scadrà il 31 dicembre 2020.

Viene anticipata una somma pari a 1400 euro parametrati a nove settimane di cassa integrazione (o a un periodo inferiore di cig, se l’ammortizzatore dura meno). Per i rapporti di lavoro part-time, il trattamento viene conseguentemente riproporzionato. Se la cig viene prorogata, verrà anticipata un’ulteriore somma. La banca effettua il versamento su un conto corrente che viene aperto appositamente (quindi, non direttamente sul conto del lavoratore), l’apertura di credito cesserà con il versamento da parte dell’INPS del trattamento di integrazione salariale e, comunque, non potrà avere durata superiore a sette mesi.

E’ il lavoratore stesso a dover presentare la domanda a una delle banche che aderiscono alla convenzione (non deve essere necessariamente la banca del proprio conto corrente). Gli istituti di credito favoriranno il ricorso a modalità operative telematiche, al fine di limitare quanto più possibile l’accesso fisico alle filiali, nel rispetto delle norme di contrasto alla diffusione del coronavirus.

Le banche possono effettuare una valutazione di merito creditizio prima di accordare il prestito, ma in tempi molto veloci coerentemente con lo spirito delle misure emergenziali. I costi di apertura del conto corrente devono essere «di massimo favore», si legge.

Il prestito cessa quando l’INPS inizia a pagare la cig, oppure nel caso in cui l’ammortizzatore non venga autorizzato. Il lavoratore o il datore di lavoro informeranno tempestivamente la banca sull’esito della domanda di trattamento di integrazione salariale per l’emergenza Covid-19. Attenzione: se la cig non viene autorizzata, oppure trascorrono sette mesi senza che l’INPS inizi a pagarla, la banca potrà richiedere l’importo dell’intera anticipazione al lavoratore, che provvederà ad estinguere il debito entro trenta giorni dalla richiesta. Se il lavoratore non paga, risponde in solido il datore di lavoro. Il modulo che bisogna consegnare alla banca contiene tutte le varie autorizzazioni e dichiarazioni in questo senso. Sussiste la responsabilità in solido del datore di lavoro a fronte di omesse o errate sue comunicazioni alla banca ai sensi della presente convenzione ovvero a fronte del mancato accoglimento – totale o parziale – della richiesta di integrazione salariale per sua responsabilità: in tal caso, la banca richiederà l’importo al datore di lavoro, che provvederà entro trenta giorni.

Le associazioni imprenditoriali che firmano l’accordo sono Allenza delle Cooperative Italiane, Casartigiani, Cia, Claii, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confetra, Confindustria, mentre sul fronte sindacale hanno firmato Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

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