Fonte: Cronachediverona.com
Parla Prando
“Situazione incredibile. Ma il Governo che fa?”
“Cosi non si può più andare avanti. Molte aziende del settore a rischio chiusura per l’applicazione di questa norma che vieta al pubblico di oltrepassare i limiti comunali. Casartigiani Veneto chiede ufficialmente che venga rivista la normativa per l’accesso dei clienti ai negozi anche fuori dai comuni” sottolinea il segretario regionale Prando.
“Tra le tante bizzarrie dell’Italia divisa in tre colori, c’è il caso delle attività ancora aperte con i cittadini che non possono spostarsi.
A subire il danno non sono solo i bar, i ristoranti, la vendita al dettaglio e gli estetisti, ma ci sono anche alcune categorie come i parrucchieri, che oltre al danno si beccano la beffa: i saloni possono continuare a lavorare e a ricevere clienti, ma questi devono essere residenti nel comune, salvo il rarissimo caso di comuni con meno di 500 abitanti, e quindi in un contesto in cui il flusso di clienti è ridotto all’osso, continuando a versare ogni centesimo di tasse, bollette e affitti. .
Nessuno però resta con le mani in mano e non ci sta proprio a sentirsi chiamare “non essenziale” dai ministri del governo e dalla regione: Casartigiani Veneto, dopo il solito silenzio delle Istituzioni oggi ha preso carta e penna e ha chiesto a Regione, Provincia e Prefettura di rivedere le posizioni per queste attività perché non è possibile lavorare in queste condizioni”.
E’ lo stesso segretario regionale Prando, a chiedere che gli spostamento motivati con appuntamento possano essere accettati, visto che i negozi assicurano il rispetto delle norme e che per questo le aziende hanno investito fior fior di quattrini.
“A Verona sono a rischio più di 1200 imprese tra estetiste, parrucchiere e barbieri e metà di loro potrebbero chiudere entro fine dell’anno”
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.