Chi è l’artigiano?
«Un tempo l’artigiano era colui che apprendeva l’arte a bottega adesso chi si vuole addentrare in questo mondo può farlo tramite l’apprendistato con contratti di lavoro che permettono di assumere giovani già all’età di 16-17 anni».
Quali sono gli antichi mestieri che ancora oggi vengono praticati?
«Oggi, anche se si tende più a comprare un oggetto nuovo piuttosto che ripararlo ,gli antichi mestieri, come l’orologiaio e il calzolaio, continuano a sopravvivere. Chi ha orologi di valore, antichi o a corda si rivolge ad abili artigiani. Anche il calzolaio è un mestiere fiorente che oltre alle comuni riparazioni, si occupa anche di disinfestazione e sanificazione delle scarpe. Quindi innovazione e tradizione possono e devono convivere».
Negli ultimi anni quanti sono i negozi che sono stati aperti e quanti sono stati chiusi?
«Orientativamente il numero è rimasto invariato, perché a causa della disoccupazione molta gente cerca di mettersi in proprio. Se 100 negozi sono stati chiusi circa 90 ne sono stati aperti. Il comparto ha risentito della chiusura dello stabilimento Fiat, perché gli artigiani che lavoravano al suo interno come ad esempio i trasportatori , i giardinieri o le imprese di pulizia hanno perso il proprio lavoro».
Qual è l’impatto del lavoro nero sull’artigianato?
«L’impatto è stato molto forte. Anche qui la Fiat ha creato un grosso danno poiché molta gente, ormai in cassa integrazione, sapendo praticare un secondo lavoro lo fa in nero, evadendo le tasse e chiedendo una paga minore, tutto ciò a discapito dell’artigiano in regola che paga le tasse».
La crisi economica, che ha colpito anche l’artigianato, è stata superata?
«La crisi è stata molto pesante e non è ancora superata. Le persone oggi preferiscono acquistare prodotti su internet piuttosto che nei negozi. Anche la nascita dei centri commerciali ha indirettamente influito in modo negativo sul piccolo artigiano».
I piccoli artigiani possono ancora sopravvivere?
«Il piccolo artigiano può esistere e deve esistere perché il prodotto artigianale ha durata e standard qualitativi superiori a quelli industriali».
Quale settore dell’artigianato dovrebbe essere rivalutato?
«La Sicilia è una terra “meravigliosamente bella”, il clima ed il paesaggio ci regalano panorami unici da valorizzare da un punto di vista artistico. Con l’aiuto di ceramisti e restauratori si possono rivalutare le opere lasciateci in eredità dagli avi e dai popoli che nel corso della storia ci hanno dominato».
C’è qualche attività commerciale o artigianale particolarmente fiorente a Termini Imerese?
«A Termini, negli ultimi anni, ha conosciuto un importante sviluppo il settore nautico, che comprende una serie di attività che vanno dalla ripulitura della barca alla riverniciatura».
Se un giovane decidesse di intraprendere un’attività artigianale, quali passi deve fare?
«Bisogna innanzitutto fare un’indagine di mercato. Capire se ci sono tante attività di un certo tipo e fare in modo di aprirne una meno inflazionata. Bisogna cercare un consulente che comunicherà all’agenzia delle entrate l’apertura di una partita iva e infine l’artigiano sarà iscritto alla camera di commercio e quindi all’albo degli artigiani o albo delle imprese commerciali. Ma se realmente si ha voglia di fare qualcosa basta mettersi in gioco e avere voglia di imparare».
Gli artigiani iscritti all’albo possono usufruire di finanziamenti?
«Una volta iscritti all’albo, gli artigiani possono compilare una richiesta per l’acquisto di nuovi macchinari. Lo stato inoltre ha creato una forma di finanziamento che si chiama micro-credito, un piccolo prestito di circa 25mila euro, per tutti i giovani che vogliono mettersi in proprio. L’artigiano prima di riceverlo deve fare un preventivo di spesa e successivamente la banca,dopo le opportune verifiche,concede il finanziamento,che ha tassi di interesse del 2,20% e un periodo di ammortamento che va da un minimo di 2 a un massimo di 7 anni».
Secondo lei perché i giovani di oggi preferiscono continuare la carriera scolastica piuttosto che intraprendere quella artigianale?
«Io non critico i ragazzi che vogliono continuare a studiare. Ovviamente studiare è un impegno, non soltanto per i ragazzi, ma anche per le famiglie. So anche che lo studio potrebbe dare più sbocchi lavorativi, tuttavia mi dispiace sentire che molti giovani oggi decidono di andare fuori dall’ Italia per trovare opportunità di lavoro. Ritengo che sfruttando meglio le risorse del nostro territorio e puntando su produzioni artigianali di qualità, una parte di questo esodo si possa arrestare. I giovani devono puntare sui loro talenti e non lasciarsi scoraggiare dai problemi che inevitabilmente si presenteranno. La nostra forza siete voi giovani e noi riponiamo in voi la nostra fiducia».
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.