La C.R.I.A.S. ha disatteso fino adesso lo scopo di favorire l’agevolazione all’accesso ed alla fruizione del credito, lo sviluppo delle imprese artigiane, singole o associate, dei loro consorzi e delle società consortili, anche in forma cooperativa, iscritte agli albi delle Imprese artigiane istituiti presso le Camere di Commercio della Regione Siciliana e che rientrino nei limiti dimensionali di cui alla Legge 8 agosto 1985 n. 443 e successive modifiche ed integrazioni.
A lanciare l’allarme sono Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai dopo l’incontro, avuto nella sede dell’Assessorato all’Economia, per fare il punto della situazione rispetto alle dinamiche che stanno caratterizzando la gestione della Crias.
«Siamo molto preoccupati – affermano i rappresentanti delle quattro Organizzazioni datoriali – per il modo con cui la politica regionale sta affrontando questa delicata materia, legata all’accesso al credito agevolato da parte delle imprese artigiane siciliane. Fermo restando la nostra posizione critica in riferimento all’accorpamento con l’Ircac, il cui nuovo soggetto continua ad essere un contenitore vuoto ed inefficace – sottolineano – qui incombe, oggi, una seria emergenza che va urgentemente affrontata da chi ha precise responsabilità istituzionali».
Eppure la C.R.I.A.S. è nata con il compito d’intervento ad imprese appartenenti a settori diversi dall’artigianato, senza limiti dimensionali, in attuazione a previsioni normative e con le modalità e nei limiti delle risorse nelle stesse previste.
«C’è in gioco il destino di centinaia di attività che sono in attesa di ricevere la somma richiesta. Si tratta di artigiani e piccoli imprenditori, i quali hanno già sottoscritto compromessi di acquisto o stato di avanzamento dei lavori che, in assenza della concessione del credito, rischiano di trasformarsi in una sorta di trappola. Tradotto in soldoni, significa spingere questi operatori economici verso un inevitabile triste epilogo. Per meglio capire l’entità del problema, basti pensare che nel 2019 l’erogato ha superato i 75milioni di euro.
«Adesso il nodo centrale, che paralizza l’attività di erogazione, è rappresentato dall’adeguamento del fondo di gestione della Crias ai dettami del decreto legislativo 118 sull’armonizzazione contabile. Di fatto questa prescrizione, particolarmente restrittiva, ne blocca l’operato in quanto la Crias agisce solo con la disponibilità pari al rientro. Di fronte a questo drammatico scenario – evidenziano CNA, Casartigiani, Confartigianato e Claai – invochiamo un immediato intervento del Governo regionale, del Parlamento siciliano e delle Forze politiche, di maggioranza e di opposizione, affinché individuino tempestivamente, ciascuno per il ruolo di competenza, una soluzione adeguata che metta la Crias nelle condizioni di evadere le pratiche e di erogare il credito, che è di vitale importanza per il nostro tessuto produttivo, già in grande affanno. Sono quasi 80mila le imprese artigiane che fanno ricorso allo strumento della Crias, alla quale per potere continuare a dare risposte – concludono le quattro Organizzazioni datoriali – o si consente di adottare il collaudato sistema della contabilità economico patrimoniale, oppure di operare con risorse, di almeno 50 milioni di euro, messe a disposizione dalla Regione».
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.