Primo giugno 1953, “un Uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”.
36mo Giro d’Italia, la tappa era Bolzano-Bormio e su questo percorso c’era da valicare la montagna dello Stelvio, quella che sarebbe divenuta “Cima Coppi”.
Fausto aveva accumulato, alla vigilia della corsa, un ritardo notevole nei confronti di Ugo Koblet, l’idolo delle donne, e i giochi per così dire sembravano finiti. Il 31 maggio parlò alla radio, intervistato dal grande Ferretti, che recitava se “l’airone” era scappato (che aveva coniato per Lui la mitica frase che abbiamo appena riportato dell’Uomo solo al comando) e disse, più o meno, che era rassegnato, ma che avrebbe tentato qualcosa. Il giorno dopo si aprì lo scenario della Storia, uno di quei momenti epici, straordinari ed emblematici, che punteggiano ed esaltano il corso delle umane vicende. Coppi e la sua leggenda, e con essi l’Italia, si trovarono soli al comando, mentre salivano quell’invalicabile percorso, tra due ali di neve, che rappresentavano la cornice di un sogno e l’ascesa verso un mondo migliore.
Con Fausto Coppi primeggiava l’Italia e metteva, definitivamente, da parte le macerie della guerra e tornava grande e rispettata. Le radio, in ogni posto dello “Stivale”, erano prese d’assalto e grandi assembramenti alle edicole si verificavano per attendere i giornali ella Sera.
Era un’Italia povera, ma non una povera Italia, una Italia che voleva tornare grande.
Ricordate lo straordinario film “Ladri di biciclette” di De Sica e Zavattini e le scene che vedevano posteggiate migliaia di biciclette?! Ognuno aveva la sua bici, vanto e orgoglio dell’Artigianato italiano, fattosi poi industrioso e ognuno la mattina, quando la inforcava, si sentiva Fausto o Gino e si immedesimava, dando il meglio di sé, affrontando la sua personale difficile salita e se cadeva si rialzava, anche se non sempre vinceva.
Fausto saliva e l’Italia rinasceva e quando al traguardo, dando un enorme distacco, con quello che fu definito il grande inganno della finta rassegnazione, al campione francese, ci fu uno scoppio di gioia, di orgoglio e di passione come non ve n’era mai stato. Da quel momento Fausto, lentamente, retrocedeva dal Suo acme, fino alla prematura incredibile ingiustificata scomparsa di qualche anno dopo, ma il Suo compito lo aveva assolto in pieno, novello Prometeo, dando il senso alla Assoluzione e alla Speranza di un grande popolo, erede del più grande patrimonio culturale del mondo. Da quel momento non erano più tempi di biciclette, cominciavano a rombare i motori, era tempo di boom economico, di turismo, di moda e di una nuova società.
Ricordiamo oggi, nel 66mo anniversario, questa grande impresa anche perché abbiamo la sensazione che quel giorno cominciò la discesa, mentre adesso e non da adesso è ricominciata la salita impervia, e di Fausto Coppi, in giro, non ne vediamo.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.