Da PALERMOTODAY
Trentamila pratiche bloccate al Suap e regolamenti per le imprese al palo in Consiglio comunale. A denunciare la situazione di stallo è Patrizia Di Dio, presidente del coordinamento delle associazioni di categoria palermitane nel corso di un incontro in sesta commissione che si è svolto questa mattina.
I presidenti di dieci associazioni (Patrizia Di Dio di Confcommercio; Alessandro Albanese di Sicindustria; Mario Attinasi di Confesercenti; Giuseppe Pezzati di Confartigianato; Giuseppe La Vecchia di Cna; Giovanni Felice di Confimprese; Maurizio Pucceri di Casartigiani; Salvatore Bivona di Cidec; Filippo Parrino di LegaCoop Sicilia occidentale; Ettore Pottino di Confagricoltura) hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio comunale, al sindaco e ai capigruppo di Sala delle Lapidi in cui esprimo una “forte preoccupazione per l’inerzia di un Consiglio comunale che non riesce a dare adeguate risposte alle imprese”.
Preoccupazione condivisa da Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Sala delle Lapidi: “Il sindaco Orlando sia meno ossessionato dal ministro Salvini e si occupi piuttosto del buon funzionamento dei suoi uffici per non creare ulteriori ostacoli alle migliaia di aziende palermitane in crisi, molte ormai alla canna del gas anche per l’inerzia della sua amministrazione”.
Anno nuovo, problemi vecchi. Le associazioni chiedono anche al Consiglio comunale di sbloccare i regolamenti per i mercati storici, il mercato ittico, il mercato ortofrutticolo, i dehors, la movida, la pubblicità e di sopprimere l’ex articolo 5 delle norme di attuazione del piano commerciale. Nel corso dell’incontro si è parlato anche della drammatica crisi dei commercianti di via Roma: 116 le attività che hanno abbassato le saracinesche e molte altre rischiano di abbassarsi entro poco tempo. Patrizia Di Dio chiede all’amministrazione comunale un piano specifico per arginare l’emorragia e lancia l’ultimatum: “Le imprese siano una priorità”.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.